sabato 9 agosto 2014

Ombre


Il vento lacerante accecante
vortica come un bicchiere nel vuoto

ho tagli sulla pelle
ferite che attendono il sale

una guerra per nessuna patria
è il mio grido dalla nudità degli anni

l'avvenire non ha inverni da rinfacciarsi
senza timore ombreggia nel luogo convenuto

il mio peso non conosce l'inganno della pupilla sbarrata
non ho pupille da ricordare per il loro passato colore

sono qui, altrove, ovunque
non ho beatitudini da edificare.

La montagna del volo mai fatto


A cosa servono le cicale
se basterebbe un tuo bacio
a ricordarmi che l'estate
è la stagione del silenzio del mare?
A cosa serve un bacio sperato
se una tua mano strangola la mia anima                          ancora
che vaga silenziosa nella trasmutazione
di quello che potremmo essere in due                             ancora?
A cosa serve l'amore, amore mio
se una montagna aspetta il nostro volo                            ancora
verso una scia chimica
che bucava i nostri occhi?
Dimmelo tu, ripetilo                                                         ancora
gridamelo, rinfaccialo, sussurralo
in questi occhi masochisti.

I ricordi hanno l'appetito famelico
si cibano di attimi parossistici.