Schede critiche


Conosco la poesia di Angelo da poco tempo. Trovai addirittura per caso il suo blog ma poi lessi un giorno e poi un altro e capii che aveva un tratto nuovo che alle mie letture abituali mancava.Ho deciso di inserirlo come primo autore di Clepsydra Edizioni appunto per sottolineare l’importanza delle nuove voci nella poesia di oggi. Trovo la sua poesia così realista e pragmatica che a tratti disarma. L’autore nei suoi versi ha sempre un fortissimo senso dell’orientamento e tutto ha un perché tra i tratti: non vi sono regole precise ma ogni cosa ha un fermo che la tiene ben salda dov’è. Il gioco di luci ed ombre, il gioco di potere che si esercita su certezze fondamentalmente quotidiane, la figura del padre, della madre e addirittura l’esigenza di un dio morto, come fosse fin troppo naturale, rende la sua poesia una continua mediazione tra realtà e sogno, tra credenza e esigenza di evadere dalle credenze stesse…

Anila Resuli


L'approccio poetico di Angelo Tozzi è caratterizzato dalla peculiare originalità di rendere esplicita una particolare conflittualità che, apparentemente inconciliabile, è da intendere positivamente come "moltiplicatore" creativo in grado di amplificare la varietà sia delle tensioni interiori sia degli esiti conseguenti alla loro materializzazione in versi. È un'esperienza interessante, sinteticamente definibile come teoria (e pratica) della relatività emozionale.

Se l'intimo dialogo che Angelo fa con se stesso è fonte di antagonismi emozionali in tema sia di poesia che di memoria, non diversamente accade nel dialogo con l'altro da sé. Anzi si accentuano e sono ancora più manifeste le inquietudini a fronte delle contraddizioni esistenziali…

…ritengo che la "divaricazione" emotiva colta nell'opera poetica di Angelo Tozzi sia tutt'altro che un difetto. Può apparire tale agli occhi di chi usasse come parametro il principio di non contraddizione che, se è valido nel dominio razionale, certamente non lo è in ambito emozionale e ancor meno, in generale, in quello creativo.

In proposito, vale la pena richiamare tre testimonianze, lasciate da due poeti e da un filosofo: per Fernando Pessoa Il poeta è un fingitore. / Finge così completamente / che arriva a fingere che è dolore / il dolore che davvero sente; ad una domanda di Walt Whitman così egli stesso rispondeva: Forse che mi contraddico? / Benissimo, allora vuol dire che mi contraddico / (io sono vasto, contengo moltitudini); e l'amico-nemico di Sartre, Maurice Merleau-Ponty, sosteneva che L'uomo "sano" non è tanto colui che ha eliminato da se stesso le contraddizioni: è colui che le utilizza e le fa rientrare nel suo lavoro.

Si tratta quindi dell'esatto contrario di un difetto. Ed il pregio consiste nella capacità dell'Autore di porsi mentalmente e sentimentalmente in condizioni antitetiche (o comunque diversificate) rispetto al movente ispirativo.

 Raimondo Venturiello