giovedì 1 dicembre 2011

Natale in un interno

“Poi come è andata a finire la storia con Margaret?”
Mia madre crede che io stia ancora con Margaret, uno dei miei flirt scolastici. Parlo di anni luce fa, di quando avevo i capelli lunghi ed andavo in giro con quelle orrende camicie a fiori. Del periodo in cui si gridava ‘fate l’amore non fate la guerra’.
“Mamma, Margaret è morta e sepolta.”
“Ma come è successo? Non ho saputo niente... ma dico! Perdi la tua ragazza in un incidente e non me lo dici?”
Questo Natale sarà all’insegna del rimprovero a gogò.
“Non ho detto che è morta, ho detto che è storia sepolta” 
“Lo vedi? Lo stai dicendo, l’hai appena detto. Margaret è morta!”
“Va bene. Tregua. Visto che devo rimanere tre giorni con te, potremmo parlare di altro?”
“Tratti così, tua madre? Devi? Devi? Pensavo che saresti stato contento di passare il Natale con la mamma.”
“Ok. Sono contento. Quando arriva Ally?”
“Tua sorella mi fa mai sapere qualcosa? Arriverà. Prendimi il barattolo del sale, ché non ci arrivo.”
“Ma perché lo tieni così in alto?”
“Questa è casa mia e faccio come mi pare!”
“Lo sai che stai bene con i capelli corti? Ti ringiovaniscono.”
“Ho capito la tua allusione, sai? Mi stai dicendo che sono vecchia. Se vuoi andare via, quella è la porta.”
“Mamma.”
“Non venite mai a trovarmi tu e Ally. Perché? Vi costa così tanto farmi una visitina giornaliera?”
“Abito a 3000 chilometri da qui.”
“Non significa niente. La verità è che vi vergognate di vostra madre.”
“Ah. E perché?”
Con decisione, comincia a torturare con il coltello le cipolle ed il sedano.
“Appena verrà tua sorella, lo saprai.”
“Mamma. Perché dici queste cose?”
“Vado a cambiarmi, stai attento ai fornelli.”
Per fronteggiare questa assurda situazione mi attacco alla bottiglia. Mia madre dice che noi ci vergognamo di lei. Mai. Mai. E’ una donna stramba, questo sì. Il saltare di palo in frasca è la sua specialità agonistica. La conosco. Eccome. Se aspetta anche Ally per dire qualcosa, ci sparerà una bomba sul viso.

“Iuuuhuuuu! Sono arrivata.”

Ally. Non è una sorella ma un boxeur inferocito, pronto a combattere anche con Dio.
“Mamma! Stronzo! Sono qui. Sei già arrivato, debosciato?”
La mia dolce, cara, amata sorellina.

“Ally, passami l’insalata. E tu mangia lentamente, altrimenti ti torna l’ulcera.”

Mai avuto l’ulcera in vita mia.
“Sapevi che Margaret, la ragazza di tuo fratello, è morta? Sono sicura che a te l’ha detto.”
“Ma chi, quella culona che ti faceva sbavare come una lumaca?”
“Ma non è morta! E’ mamma, che insiste nel dire che è morta.”
“E come sarebbe morta?”
“Ally, non ti ci mettere anche tu. Per favore.”
Mamma richiama la nostra attenzione.
“E’ arrivato il momento di vuotare il sacco” ci dice con uno sguardo di rimprovero.
“Quale sacco?” chiede Ally.
“Dice che ci vergognamo di lei. Tu sai perché?” chiedo a mia sorella.
“Non so minimamente di cosa stia parlando.”
“La finzione che vedo nei vostri occhi è ancora più offensiva! Solo perché ho avuto un piccolo cedimento, vengo condannata a morte. Non me l’aspettavo. Da voi proprio non me l’aspettavo...”
“Mamma. Ma di cosa stai parlando?”
“Cos’hai combinato?” le chiede Ally.
“Ditemelo chiaramente: ci vergognamo di te.”
“Ma per cosa?” gridiamo in coro.
Mamma si alza di scatto dalla sedia e corre a chiudersi a chiave in camera da letto.
Ally mi guarda interrogativa. Andiamo fino alla porta della camera.
“Ci fai entrare? Parliamone. Noi non ci vergognamo di te, vero Ally?”
“E’ vero. Ma come ti è venuta quest’idea?”
“Bugiardi. Andate via.”
“Apri la porta, mamma” dice Ally.
“Andate via.”
Mia sorella comincia a tempestare di pugni la porta.
“Apri! Apri e dicci cosa hai combinato!”
“Mi hanno beccata a fare sesso in macchina con il postino!”
Qualche secondo per assimilare mentalmente queste parole.
“Cosa?”
“Avete capito benissimo.”
“Ma almeno ha suonato due volte, prima?” dice Ally, cominciando a ridere come una matta.
Non so perché ma comincio a ridere anch’io.
“Hai fatto bene! E’ un bell’uomo?”
“Sì, Ally” risponde mamma.
“Siamo fieri di te, credici. Altro che vergognarci.”
Mamma apre la porta.
“Non vi vergognate di me?” ci chiede piangendo.
“Ma scherzi? Era ora che ti rimettessi con un uomo. Papà è morto da tanto di quel tempo...” le dico.
“Hai capito, la maliarda! E come l’hai accalappiato?” chiede Ally.
“Posso invitarlo? Passa il Natale da solo, poverino.”
“Mamma! Devi invitarlo, vogliamo conoscerlo. Vero Ally?”
“Ma certo! Dai, telefonagli e fallo venire qui. Su, forza.”
Mamma ci bacia sorridendo e va verso il telefono.
“I vostri regali sono sotto l’albero. Cominciate ad aprirli.”
Io ed Ally ricominciamo a ridere.

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